Danza e scrittura: così diverse, così vicine

Danza e scrittura sono due forme d'arte molto potenti e diverse tra loro, eppure hanno in comune la capacità di trasmettere un messaggio. Che cosa succede quando queste si fondono in un'unica opera, dove l'una racconta l'altra facendone un protagonista chiave della storia? In occasione della Giornata internazionale della danza del 29 aprile, abbiamo intervistato Edy Tassi e le abbiamo chiesto qual è stato, nella sua vita e nella sua carriera di scrittrice, il ruolo della danza. 
Scopriamo insieme cosa ci ha rivelato!
 
 

Ciao Edy, la tua serie Sulle punte (il cui primo romanzo, Assolo, è già disponibile in tutte le librerie digitali) è contemporaneamente un omaggio alla scrittura e alla danza. A casa di Emma ci siamo innamorate dell’idea all’istante e non vediamo l’ora di scoprire le nuove storie che ne faranno parte. Come mai hai voluto unire l’arte di scrivere alla corporeità della danza?

Ciao a voi e grazie di avermi aperto le porte!
La danza è sempre stata la mia passione. A sette anni sono entrata nella mia prima sala e a parte un breve periodo durante l’adolescenza (dove è normale ribellarsi a tutto, quindi anche a ciò che ci è sempre piaciuto, così, tanto per spirito di contraddizione), da quella sala ne sono uscita a trentadue anni, quando aspettavo la mia prima figlia. Ho studiato danza classica e moderna e mi sono tolta qualche soddisfazione ballando in diversi teatri italiani. Purtroppo però non possedevo un talento sufficiente a farne una vera professione. Nonostante tutto il mio impegno, ho cominciato a pensare che non sarei mai potuta diventare una vera ballerina e così, come dicevo, alla prima gravidanza ho smesso. Poiché l’altra mia grande passione è la scrittura, quando ho deciso di fare sul serio e di scrivere un libro, ho pensato di rendere omaggio alla danza unendo queste due passioni. Credo che raccontare la danza sia una possibilità di scrittura davvero affascinante. Anche se è un’arte visiva, può trovare, secondo me, nella scrittura una dimensione in più che permette di assaporare e vivere in prima persona quello che molti di noi, che magari si sono trovati spesso a essere spettatori, non conosciamo o non possiamo provare.
Con Assolo volevo proprio raccontare alle lettrici cosa avviene nella mente e nel corpo di un ballerino, e spero tanto di esserci riuscita.

 

L’arte è di per sé un modo, diversamentedeclinabile, per conoscere se stessi, raccontare agli altri, trasmettere una storia o un’idea e, allo stesso tempo, intrattenere. In che modo, secondo te, questo accade nella danza? E nella scrittura?

Sì, l’arte nelle sue forme e declinazioni è qualcosa che assolve la doppia funzione di comunicare e allo stesso tempo suscitare emozioni. Davanti a un’opera d’arte si è contemporaneamente spettatori e attori: spettatori di quello che l’opera comunica e attori di quello che ci fa provare.
Nella danza questo meccanismo però subisce un’affascinante deformazione, perché tutti noi vediamo i ballerini volteggiare, ma non abbiamo la percezione della fatica che in realtà quei volteggi richiedono, cioè la danza ci fa percepire qualcosa di diverso da ciò che è davvero. Il mezzo scompare e rimane solo il messaggio. Anche la pittura può essere faticosa, ma una volta dipinto il quadro, la fatica si stempera nella contemplazione dell’opera anche per l’artista stesso. Nella danza la fatica si accumula in sala prove e si porta sul palcoscenico. Nella danza l’opera d’arte esiste solo attraverso la fatica vivente di chi la realizza. 
La scrittura opera attraverso un meccanismo diverso, invece. È spesso catarsi di tanti dei nostri sentimenti, delle nostre paure, delle nostre ferite interiori; la scrittura ci permette di guardarci dentro e tirare fuori quello che nascondiamo o che vogliamo capire di noi. Per questo esistono tanti tipi di scrittura, non tutta destinata a essere letta da qualcun altro, ma il bello della scrittura è che permette l’immedesimazione e la condivisione. Quello che racconto di me in un libro, quello che faccio vivere ai miei protagonisti, può rispecchiarsi nel vissuto e nel mondo interiore di chi mi legge e che si riconosce. Scrittura e lettura diventano emittente e ricevente in uno scambio continuo in cui a un certo punto i ruoli finiscono con il confondersi.

 

Pensando a uno spettacolo di danza o a un romanzo mi viene in mente il concetto di libertà. Libertà è ciò che si respira guardando un corpo che balla armonicamente, ma anche ciò che trasmette l’atto dello scrivere. Uno scrittore, attraverso il proprio romanzo, libera una storia, quindi energia. Lo stesso vale, secondo me, per un ballerino. Sei d’accordo?

Tutta l’arte è liberazione di qualcosa che abbiamo dentro. La danza ha una dimensione più liberatoria se siamo noi a praticarla, perché è l’abbinamento di un gesto fisico e di un’intenzione; ma anche da semplici spettatori possiamo prendere in prestito il gesto fisico e l’intenzione del ballerino ed elaborarli dentro di noi trasformandoli in una forma di energia personale istintiva. 
Diversamente dalla danza, capace di liberare energie in chi la guarda passivamente, per liberare l’energia di una storia serve un gesto attivo anche da parte di chi non l’ha scritta: la lettura. L’energia della danza si cristallizza nel momento dell’esibizione, l’energia di un libro si diluisce nel tempo, nei diversi momenti in cui leggiamo, è più continua e, per certi versi, più accessibile.

 

Che cosa puoi anticiparci dei nuovi episodi della serie? Che cosa dovranno aspettarsi i nostri lettori?

Intanto un cambiamento di ambientazione. La danza rimane, ma il palcoscenico non sarà più lo stesso. E poi ci saranno personaggi rimasti un po’ in disparte in Assoloche potranno godere delle luci della ribalta. 
Assolo finisce con una dichiarazione d’amore. Vedremo quindi se quest’amore dura, ma soprattutto vedremo per la prima volta il Collezionista in azione. Chi è il Collezionista? Un soggetto che nessuna ragazza per bene farebbe mai conoscere ai propri genitori. Finora, va detto, il Collezionista ha mostrato la parte migliore di sé. Ma dopotutto, Nicholas Morgan non gli ha lasciato scelta. Ora, però, le cose stanno per cambiare…