Tornano i licantropi di Laura Randazzo
Si sa, il lupo perde il pelo, ma non il vizio. E la nostra Laura Randazzo non perde il suo interesse per i temibili (ma figaccioni) licantropi di Oldgrove.
Il primo episodio della saga "La stirpe delle Lowlands", L'ombra della luna, aveva riscosso un grande successo.
"L’ ombra della luna è un libro al cui interno troviamo azione, intrighi di famiglia e sentimenti ben amalgamati. La scrittura è scorrevole, mai noiosa e i protagonisti ben caratterizzati e interessanti." Romanticamente Fantasy
"Se la trama vi può sembrare convenzionale per una storia di licantropi vi posso assicurare che non sarete deluse. Laura Randazzo ha un modo di scrivere che a me piace molto: semplice e scorrevole; non si dilunga eccessivamente sulle descrizioni ma non tralascia nessun dettaglio." Insaziabili Letture
"Un romanzo da leggere, soprattutto per chi ama il paranormal romance e le storie di licantropi alla vecchia maniera, paurose e incalzanti." Connie Furnari
... e tanti altri pareri... (li trovate tutti sul sito di Laura)
Ebbene, dopo mesi di attesa, tornano i lupacchiotti (oddio, tanto lupacchiotti non sono) di Oldgrove. Questa volta i protagonisti sono Elena, giovane e innocente cucciola siciliana, e Ty, fascinoso ed enigmatico licantropo dal passato oscuro. Curiosi di conoscere la storia? Intanto ecco a voi l'incipit. E poi, correte a comprarlo!
Elena fece roteare fra le dita le bacchette, poi si sedette sullo sgabello. Dopo un ultimo sguardo di controllo a rullante, tom e piatti, alzò gli occhi verso gli avventori del pub. Gente di ogni età ed estrazione sociale riempiva la sala dell'"88" anche quella sera,e questo era uno dei motivi per cui amava suonare in quel locale. Il secondo era che alla gente che andava lì piaceva ballare e cantare. Ed era ciò che voleva per il suo addio… o arrivederci. Non lo sapeva ancora. Non sapeva se sarebbe tornata o se quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe suonato con i Deep Impact.
Con orgoglio spostò lo sguardo sugli altri tre componenti della band: Sonny, il cantante, con la sua voce roca e potente; Danilo, il bassista; Mauro, il chitarrista. Erano tre anni che facevano serate insieme in giro per i pub di Palermo e provincia, che provavano in freddi box riscaldati in inverno da piccole stufette elettriche o in estate nel villino a Trabia di Mauro, con somma – si fa per dire! – gioia dei genitori del suddetto e dei vicini. Sorrise al ricordo di quando si era presentata al provino di batterista. Eh già, una femmina alla batteria! Era una novità. E forse all’inizio l’avevano presa solo per quello, ma poi avevano scoperto che se la cavava molto meglio con gli Zildjian che con i piatti da cucina.
Si era divertita con loro. E si era commossa quando aveva detto loro che sarebbe partita. Non che avesse pianto, ma lasciare la band era forse il suo rammarico più grande. I ragazzi non erano stati contenti del suo annuncio, ma avevano accettato senza proteste la sua decisione. Sapevano che doveva farlo. Così dopo un «Sei sicura?», alla sua risposta affermativa, Sonny aveva semplicemente detto: «Se hai bisogno fai uno squillo che ti veniamo a recuperare», e Mauro aveva aggiunto: «Cerca di non rimanerci in Inghilterra». E questo era stato tutto.