Donne e Letteratura: le vincitrici del Premio Nobel

Risale a ieri l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura ad Alice Munro, grande scrittrice canadese, autrice di racconti, un genere spesso snobbato e considerato meno degno di rispetto. In quanto casa editrice “al femminile”, siamo assolutamente entusiaste di questa notizia, proprio perché la vincitrice è una donna e non solo: anche perché le donne insignite di questo prestigioso riconoscimento sono state solo 13 nella storia del premio Nobel. La prima è stata la svedese Selma Lagerlöf nel 1909, seguita dall’orgoglio sardo Grazia Deledda, vincitrice del Nobel nel 1926 (dlin dlon, momento curiosità: le è stato addirittura dedicato un cratere di 32 km di diametro sul pianeta Venere). Nel 1928 c’è stata la norvegese Sigrid Undset, mentre nel 1938 è toccato all’americana e assai prolifica Pearl S. Buck. Il 1945 ha visto l’incoronazione dell’educatrice e femminista cilena Gabriela Mistral, mentre nel 1966 è stata premiata Nelly Sachs, poetessa tedesca autrice di questi versi: “Creature di nebbia/ andiamo di sogno in sogno/ sprofondiamo attraverso mura di luce/ dai sette colori.” Il 1991 è stato l’anno di Nadine Gordimer, scrittrice sudafricana (sua la celebre frase: “La verità non è sempre bella, ma la fame di verità sì”.) Nel 1993 è stata la volta dell’afroamericana Toni Morrison, mentre nel 1996 ha vinto la grande poetessa polacca, purtroppo recentemente scomparsa, Wisława Szymborska, di cui ci piace ricordare una poesia straordinaria e più che mai attuale: “Scrivere il Curriculum”.

Cos’è necessario? È necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare il curriculum. A prescindere da quanto si è vissuto il curriculum dovrebbe essere breve. È d’obbligo concisione e selezione dei fatti. Cambiare paesaggi in indirizzi e ricordi incerti in date fisse. Di tutti gli amori basta quello coniugale, e dei bambini solo quelli nati. Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu. I viaggi solo se all’estero. L’appartenenza a un che, ma senza perché.
 Onorificenze senza motivazione. Scrivi come se non parlassi mai con te stesso 
e ti evitassi. Sorvola su cani, gatti e uccelli, cianfrusaglie del passato, amici e sogni. Meglio il prezzo che il valore e il titolo che il contenuto. Meglio il numero di scarpa, che non dove va colui per cui ti scambiano. Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto. È la sua forma che conta, non ciò che sente. Cosa si sente? Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Elfriede Jelinek, scrittrice e drammaturga austriaca (dal suo La pianista è stato tratto il celebre film di Michael Haneke) ha vinto il Nobel nel 2004, la britannica Doris Lessing nel 2007, mentre Herta Müller, tedesca ma cresciuta in Romania e nota soprattutto per i libri che descrivono le dure condizioni di vita sotto Ceauşescu, l’ha vinto nel 2009.

E ieri è toccato ad Alice. E noi, cara Alice, ti facciamo i complimenti usando le tue parole. “Voglio che la scrittura mostri come sono complicate le cose e sorprendenti. Voglio emozionare i lettori, ma senza trucchi. Voglio che pensino sì, quella è vita. Perché è la reazione che ho io di fronte alla scrittura che ammiro di più. Una sorta di meraviglioso sbalordimento.”