Parrucchiere: il migliore amico delle donne!
Come molti di voi sapranno, abbiamo appena pubblicato Un diavolo per capello di Angela Cutrera, la storia di Virginia, parrucco-addicted, che viene coinvolta dalla giovane sciampista Venusia in un'avventura inaspettata. Per cui vi abbiamo chiesto, che cosa significa il parrucchiere per voi? Come vi sentite quando uscite? E con quanta frequenza ci andate? Ecco qualche risposta.
Viola Marconi: Quanto mi mancano i bei tempi andati dell'adolescenza... ogni volta entrare dal parrucchiere era un rischio e una scommessa... Le mie scorribande tricologiche hanno gettato nel panico familiari, insegnanti e amici per lunghi anni... Ho tagliato, colorato, decolorato, aggiunto, ingellato, sfumato, bicolorato, rastato. Ora invece - che sono diventata una personcina seria e matura - continuo ad avere un diavolo per capello... ma non ci metto più il cuore.
Anna Borrelli: Ora che ci penso, capita spesso che vada dal parrucchiere quando comincia una nuova fase della mia vita... quando sta cambiando qualcosa o voglio che la vita prenda un nuovo corso.
Anna Apolide Camera: Purtroppo (per i parrucchieri), alla tenera età di 46 anni ancora non ho capelli bianchi, per cui non ho il problema delle tinture. Purtroppo (sempre per i parrucchieri) ho una vita schizzata come un pallina del flipper, per cui farci stare dentro quell'oretta e mezza per taglio e piega è una sfida persa in partenza. Purtroppo (ancora per i parrucchieri), ho i capelli talmente fragili che non posso permettermi un brush nemmeno bimestrale. Risultato: sono la peggior cliente del parrucchiere, che ogni volta che mi vede mi chiede di nuovo nome e cognome...
Daria Bernardoni: Tutto dipende dal parrucchiere. Bisogna trovarne uno che ti sappia capire e interpretare. Devono essere un po' psicologi, altrimenti devi essere tu molto brava a spiegarti. E io non lo sono, quindi ci vado pochissimo!
Rossella Calabrò: Parrucchiere? Una calamità, inferiore solo all'invasione di cavallette o alla pioggia di rane. Forse.
Mara Roberti: Son d'accordo, il parrucchiere o lo ami o lo odi. Il migliore secondo me è come un bravo maestro: crede che tu abbia più potenzialità di quante te ne abbia date madre natura e riesce a convincerti che sia così!
Amarilli Binoni: Due, max tre volte all'anno, detesto andarci, mi decido solo quando la ricrescita arriva a livelli inguardabili. Di solito quando esco dal parrucchiere comincia a piovere, anche se un'ora prima il cielo era sereno... e mi si rovina la piega e l'umore. Quando ho tempo (mai) mi tingo da sola, rovinando irrimediabilmente asciugamani e maglietta, e lasciando tracce del mio goffo tentativo sulle piastrelle del bagno. Ora mi si apre un nuovo orizzonte: la parrucchiera a domicilio! Ho scoperto che nel quartiere le mamme ne parlano, devo ancora provare l'ebbrezza.
Brunella Barbella: Leggo i commenti e mi convinco di avere un problema con i capelli o con me stessa, il che è uguale. Io vado dal parrucchiere TUTTE LE SETTIMANE da almeno 30 anni!!!!! Non ne posso fare a meno, è un appuntamento fisso. Può darsi che sia una schiavitù ma non intendo rinunciarci anche perché quando esco da lì mi sento "a posto".
Claudette Sidon: Secondo me il parrucchiere è un'iniezione di fiducia. Entro giù di morale ed esco che mi sento più bella e più sicura di me! Amo la mia parrucchiera. Basta che le accenni il taglio che voglio e lei lo coglie subito. Un mito!
Claudia Nadja: Sono d'accordo! Entri spettinata ed esci pettinata! Miracolo di Santa Maria Maddalena, protettrice dei parrucchieri!
Lucia Theloyalbook Pannacci: Parrucchiere.... amato e odiato! Si va dal parrucchiere perché è il modo più veloce di 'dare un taglio' a un nostro modo di vederci. Perché tagliando qualche centimetro di capelli o cambiando colore ci sentiamo più spavalde e coraggiose, in grado di affrontare un altro pochetto di vita a testa alta. Cambiare acconciatura o farsi fare una bella piega ha un effetto positivo sul nostro umore e sul nostro modo di guardare in faccia le cose. ci fa sentire carine, belle, sensuali. O, in caso di orrori capelluti, anche brutte (e lì sono dolori...). Con che frequenza? Attualmente... mai. Vorrei, ma non posso permettermelo e arrivare a fine mese è, ahimè, decisamente più importante di quella scarica di belle sensazioni che un parrucchiere regala. Purtroppo, noi moderne ragazze della crisi dobbiamo un po' districarci non solo tra i nodi dei capelli, ma anche tra le difficoltà economiche.
Bruno Hairlanguage: "le conversazioni dal parrucchiere sono la prova inconfutabile che le teste, servono solo per i capelli" (KARL KRAUS)
Franco Sarcina: Intervento del maschietto "fuori target". Per me andare dal parrucchiere è una grossa rottura di palle, che cerco di eseguire una volta all'anno nella maniera più veloce e più economica possibile: spendendo 8 euro dal cinese sotto casa che me li taglia lunghi mezzo centimetro. Arrivo coi capelli già lavati così non devo manco perdere tempo per quello. Poi li lascio crescere per un anno, lavandoli da solo una volta ogni due giorni e facendoli asciugare all'aria (non uso il fohn da quando ero ragazzo). Per me, questa, è libertà. E, giuro, non sono pelato. :)
Virginia Sacchi: Vado dalla parrucchiera più o meno 2 volte l'anno quando arrivo al punto in cui non ne posso più di guardarmi allo specchio e vedere riflessa la Gioconda. E allora mi decido, vado e appena finita la piega mi sento un paggetto poi arrivo a casa mi rilavo i capelli e me li riasciugo come dico io ed è proprio in quel preciso momento che mi sento rinata.
Giulia Tomei: Ci devo tornare presto perché ho una ricrescita da paura! Sembra uno shatush, invece è pigrizia! Mi sa che stavolta copro tutto con un bel castano-cioccolato. E poi... ne ho bisogno perché con la chioma massaggiata dalla parrucchiera la dormita è assicurata! Emma, ci vado molto poco... direi una volta ogni quattro mesi. Ecco, diciamo che ci vado quando mi riduco così:
E infine, last but not least, l'opinione del nostro direttore editoriale, Maria Paola Romeo: "Ogni volta che vado dal parrucchiere sbuffo e scalpito perché mi sembra di rubare tempo ad altro, al lavoro, alle mie letture... Nel corso delle due interminabili ore - tra il colore, il taglio e la piega - estraggo il telefono a ripetizione, mando messaggi e leggo la mail… Poi ripenso a un articolo letto qualche anno fa. Si diceva che il parrucchiere (come l'estetista) è il luogo in cui le donne ormai anziane si rifugiano per prendersi un po' di coccole e carezze che nessuno gli fa più. Allora spengo il telefono, chiudo gli occhi e mi abbandono alle chiacchiere e alle coccole della mia insostituibile Alba."