Per amore o per soldi?

Esco dal cinema dove ho appena visto le famose Cinquanta sfumature e mi domando: se Mr. Grey fosse stato povero, Anastasia si sarebbe fatta accalappiare ugualmente? Si sarebbe fatta legare al letto sospirando e gemendo, dopo essersi sorbita tutta la tiritera del contratto di sottomissione? Condivido il mio dubbio con l’amica che ha appena visto il film con me. «Penso di sì, perché è un figo pazzesco!» Certo, è inconfutabile. Però se fosse stato solo Christian, senza il “Mister” davanti? Anzi italianizziamolo in Cristiano: un ventisettenne qualsiasi, un laureato precario, un magazziniere, un edicolante. Allora tutta l’architettura della storia cadrebbe, il fascino sarebbe dimezzato. Espongo nel dettaglio la mia tesi mentre andiamo a recuperare la mia macchina dal parcheggio. «Anastasia avrebbe accettato di farsi legare una volta, tanto per provare. Poi gli avrebbe dato due frustate anche lei e magari si sarebbero visti per un altro paio di appuntamenti e la storia sarebbe finita lì.» Sì, perché è inutile negare o minimizzare, Anastasia è rimasta incantata e soggiogata sin dal primo incontro: il tycoon con l’ufficio megagalattico, il curriculum fantasmagorico, l’aereo privato, ecc. La mia amica sale in auto sospirando, mi deve sopportare perché l’accompagno a casa. «Anche la più romantica fa due conti e pensa che alla fine conviene assecondare il giovane e facoltoso maniaco, perché ci si potrebbe sistemare.» La mia amica non condivide, pensa che stia esagerando. 

Commenta che sto diventando acida e cattiva come la matrigna di Cenerentola, che arriva quasi al crimine pur di sistemare le figlie con il Principe.

«Mr. Grey è la versione moderna del Principe delle favole» ribatto.

«Solo di Barbablù avevano descritto certi vizietti, ma magari ne avevano anche i Principi Azzurri!»

«Sei un mostro di cinismo!»

«Non riesci a offendermi! Anzi, come matrigna di Cenerentola penso a Cate Blanchett, nel film di Disney è stupenda vestita Dior!»

«Sì, ma tu non sei bionda e neanche…»

La interrompo prima che spari una cattiveria di troppo.

«In questa versione di Cenerentola, più moderna, hanno mirato al sodo. Le figlie non beccano il Principe ma lei si mette con il viceduca…»

«Sono contenta per lei, così potrà continuare a indossare Dior!»

Lo dice sorridendo. È sollevata perché può scendere dall’auto, siamo arrivate sotto casa sua. Può lasciarmi friggere da sola. Rosolare nelle mie elucubrazioni opportunistiche. Mentre guido verso casa mi chiedo: ma l’amore vero esiste ancora? O in questo universo consumistico, dove anche gli adolescenti devono esibire gadget da centinaia di euro, è diventato un accessorio anacronistico? Quindi la storia che ho raccontato in Affari d’amore sconfina quasi nella fantascienza?