emmamovies: La forza dell’amore può avere la meglio su tutto?

Osservazioni e riflessioni (più o meno serie ma rigorosamente al femminile) sul romance al cinema a cura di Patrizia Violi  

È quello che si spera guardando un piccolo film delizioso come  Il fascino indiscreto dell’amore, strana traduzione in italiano per Tokyo Fiancée , la pellicola francese di Stefan Liberski, tratta dal romanzo autobiografico di Amelie Nothomb Né di Eva né di Adamo, che racconta di quando la giovane scrittrice, nei suoi vent’anni, si era trasferita a Tokyo, con il sogno di diventare una vera giapponese. Amelie coltivava questa ossessione perché era nata in Giappone dove era rimasta fino ai cinque anni, quando il padre, diplomatico belga, era stato rispedito in patria. La storia del film inizia quando, terminati gli studi, Amelie sbarca nuovamente a Tokyo. È piena di entusiasmo e fa di tutto per integrarsi nella società nipponica. Beve sake, saluta con l’inchino, cerca di scalare il monte Fuji e prova anche  a mangiare codine di polpo che si muovono ancora. Studia il giapponese e per mantenersi decide di capitalizzare insegnando il francese. E proprio con il suo primo allievo, un ricco e affascinante coetaneo dagli occhi a mandorla, scocca l’amore. Il film è ironico e tenero, mostra l’innamoramento dei due ragazzi che cercano di barcamenarsi fra le difficoltà comunicative e soprattutto quelle culturali. Nei momenti di passione tutto fila liscio, perché il linguaggio delle emozioni  è universale e se ne infischia delle barriere linguistiche, ma quando si tratta di gestire la routine quotidiana le differenze si fanno sentire. Anche se Amelie adora tutto quello che è giapponese, certe abitudini del suo fidanzato la lasciano perplessa. Non riesce a liberarsi di paure e preconcetti.  Ad esempio, lui è molto ricco,  misterioso e adora i film sulla yazuka, la mafia giapponese, tanto che la ragazza è convinta che ne faccia parte. Mentre lui, molto romantico e formale, non riesce a comprendere certe reazioni di lei che, da un punto di vista giapponese, sembrano decisamente strane e villane.  Poi, a complicare le  faccenda, ci sono da gestire i genitori, gli amici e anche qualche imprevisto. Nel descrivere le peripezie dei due innamorati, che fanno di tutto per difendere i loro sentimenti, il film descrive una Tokyo ammaliante e molto originale, lontanissima dagli stereotipi. Avevo amato il romanzo della Nothomb e ho apprezzato anche questo adattamento cinematografico. Ma sono uscita dalla sala domandandomi quanto possa essere potente la forza dell’amore. Trovare l’anima gemella dall’altra parte del globo è molto romantico, ma poi cosa accade? Nella nostra società multirazziale quel vecchio proverbio che parlava di mogli e di buoi non ha più senso. Ma le differenze di cultura, etnia ed educazione, dopo i primi eccitanti momenti in cui si scopre nell’altro un meraviglioso ed enigmatico  alieno, rappresentano un ostacolo o sono un arricchimento della coppia?