8 marzo, Festa della Donna
Facciamo finta di essere un armadio. Dentro di noi custodiamo tanti vestiti. Estivi, invernali, sportivi, eleganti, da strafiga o da andarci al Carrefour. Noi indossiamo sempre gli stessi, ovvio, perché siamo donne e le donne fanno così. Però i vestiti, e tanti, li abbiamo. Un giorno chissà perché ci viene voglia di provare un abito color ciliegia. Siccome più tardi dobbiamo andare da una nostra vecchia amica e sappiamo che saremo noi due sole, lo indossiamo anche se ci spaventano un po' il colore, la forma, il tessuto, tutti elementi diversi dai soliti. Ma tanto non ci vedrà nessuno tranne lei. E allora eccoci qua in rosso ciliegia. Ci sentiamo un po' diverse, un po' strane. Abbiamo appena scoperto che questo vestito ci piace più di quello blu sbiadito che abbiamo portato tutta la stagione. Tutta la vita, a ben guardare. Siamo sempre noi, ovvio. Eppure non siamo noi. Siamo rosso ciliegia, siamo blu sbiadito. Perché noi siamo l'armadio, non l'abito, e dentro di noi custodiamo tanti colori e modelli di noi stesse, piegati sugli scaffali o appallottolati in un mucchio selvaggio sul ripiano in basso. Li abbiamo dentro dalla nascita. Eppure ne abbiamo usati solo un paio, per la paura di non piacere. Se piaccio in blu, meglio che non cambi. Ma noi siamo l'armadio. Ricordiamocelo. È così che si cambia: non cambiando. Ma tirando fuori parti di noi che avevamo rinchiuso o dimenticato o seppellito con cura. Il cambiamento è dentro di noi. Non fuori, né tantomeno in qualcun altro. Bisogna solo aprire le ante e scegliere qualcosa che ci faccia sentire bene.
Tratto da Farfalle sullo stomaco di Rossella Calabrò