Di figlie, sorelle e papà (Estratto da Frittata alle ortiche di Roberta Marasco)

Per la festa del papà di quest'anno, condividiamo con voi un estratto da Frittata alle ortiche; La ricetta del perdono, firmato Roberta Marasco. Il racconto è una storia delicata che parla di figlie, di sorelle, di padri e di amore, e fa parte del nostro Ricettario
Cogliamo l'occasione per dirvi che presto altri titoli si aggiungeranno alla grande tavolata delle autrici Emma, perciò continuate a seguirci per scoprire di più. 
Buona lettura e buona festa del papà da casa di Emma, con il cuore.
 
Di figlie, sorelle e papà
 
La sentì subito. La investì come un pugno allo stomaco, incredibilmente forte e viva.
L’assenza. L’assenza del padre.
All’improvviso le mancò il fiato, mentre un grumo di ingiustizia, di senso di colpa e di privazione le chiudeva la gola. Dove cazzo era finito? Dov’era andato? Com’era possibile che non fosse lì? Non riusciva a chiedersi altro. Non era neanche una domanda, a ben vedere. Era un grido lamentoso, perché le sembrava ingiusto, quasi assurdo, come abbassare lo sguardo e non trovare più un braccio, o un piede. Una di quelle cose che non potevano essere, e invece era. E tutta la sua persona si sforzava disperatamente di non crederci, perché se non potevi cambiare quel fatto, quell’unica mancanza, allora significava che dovevi cambiare tutto il resto, tutta la tua vita, e non era sicura di poterlo fare.
Mosse un passo nello studio. Per qualche strana ragione il padre si era scelto la stanza più buia della casa. E si era sempre rifiutato di farci entrare chiunque, compresa la signora che saliva ogni tanto a pulire, quindi c’era un dito di polvere ovunque, anche sulla zanzariera che lasciava entrare una luce ancora più grigia e spenta di quella che rischiarava il cortile in quella giornata senza sole, sotto le nuvole gonfie di pioggia. Giulia però ritrovò l’odore della carta umida che ricordava, mescolato al profumo acre e dolciastro del tabacco da pipa. E se inspirava a fondo, aiutata dai sensi acuiti della gravidanza, avrebbe giurato di sentire anche una debole traccia del suo dopobarba.
Entrò nello studio con il timore reverenziale con cui ci era sempre entrata fin da bambina. Si fermò al centro della stanza, sulle mattonelle di cotto rosso, davanti al camino invaso da vecchie riviste e al pesante armadio di legno con un’anta che pendeva sui cardini.
«Più vicina di così non potevo portartela» mormorò alla sua assenza, la mano sulla pancia, sulla nipote che lui non avrebbe mai guardato negli occhi.
E a un tratto si sentì stringere in un abbraccio così caldo e vero, provò tutto l’affetto del padre, come e più di quanto l’avesse mai provato in sua presenza. Tutto l’amore del padre per lei era in quella stanza, in qualche modo, si era depositato lì dentro nei lunghi pomeriggi solitari, mentre sistemava le vecchie foto e metteva in ordine i fascicoli medici di una vita. Mentre cercava di farsi una ragione della sua lontananza, forse.
L’aveva cercato tanto, ed era lì. Doveva solo stare ferma e respirarlo.
Ripensò alle parole della signora Enza e capì che aveva ragione lei, l’amore degli uomini, dei padri, è pigro. Arriva fin dove arrivano le braccia, fin dove riescono a toccare, è come la pozza di luce di una lampadina, non riesce a spingersi oltre il cerchio che proietta. Le madri sanno amare anche dove non vedono e non sanno. I padri no. I padri amano con gli occhi e con le mani, e quando hanno paura di non stringere più nulla lasciano che il loro amore si trasformi in gelosia e in rancore. Perché sei scappata via, perché ti sei portata via il loro cuore, perché sei cresciuta.
Ferma nel suo studio, Giulia capì che il padre in realtà non era arrabbiato con lei, era arrabbiato con se stesso, perché non era più capace di amarla. O forse sì, forse ne sarebbe stato ancora capace, solo che lei avrebbe dovuto farsi piccola e tornare sotto la sua luce, e lei non l’aveva mai fatto, perché non sarebbe stato giusto. Eppure in quel preciso istante non desiderava altro che tornare piccola, un palmo di carne grande quanto il cuore di suo padre, delle dimensioni adatte per il suo amore pigro e spaventato.