Di uomini, lupi, licantropi e mondi immaginari

Sono una persona curiosa che cerca di guardare oltre l’ovvio e gli stereotipi, di vedere il lato nascosto delle cose. E sono anche una sognatrice, che crede nel potere della fantasia.

Queste cose insieme – e tante altre – mi hanno forse condotto ai licantropi. A queste creature spesso identificate con caratteri negativi e senza possibilità di redenzione.

Io invece le ho sempre trovate affascinanti, come i lupi. Fieri guerrieri e attenti compagni e genitori. Che vivono in piena dignità da soli o in completa armonia in un branco, rispettando il proprio ruolo, che sia di alfa o di omega. Ognuno importante, ognuno indispensabile a tutti. Una sorta di famiglia allargata in cui anche il più debole è tutelato. Non che non vi siano la ferocia e l’istinto, ma sono parte di quella natura animale.

Il licantropo è per me l’unione del lupo con l’uomo, un mix interessante e mai scontato, in cui la razionalità e l’istinto si scontrano e convivono, insieme ai valori più importanti per entrambi, come la famiglia e i membri del branco.

Trovo interessante lavorare su questa dualità, studiarla, esplorarla, scriverne. Ogni personaggio è diverso, perché se è già varia la natura umana, lo è ancora di più un’anima doppia, in cui uomo e animale convivono.

D’altra parte non è l’urban fantasy il territorio dove realtà e fantasia si incontrano? Dove creature immaginarie interagiscono con la nostra quotidianità? La linea di demarcazione diventa sottile, tutto è possibile in questo spazio indefinito in cui ciò che noi crediamo cambia e la fantasia diventa realtà.

Ogni scrittore ha dentro di sé tanti mondi che aspettano di essere raccontati, di diventare visibili agli occhi degli altri, perché per noi sono già reali e concreti, ci passiamo così tanto tempo che impariamo a conoscere i loro abitanti finché diventano figure familiari. E se riusciamo a renderle familiari anche a chi legge, allora significa che abbiamo fatto un buon lavoro.