La posta di Emma / 1
Cara Emma,
è da circa sei mesi che un tornado mi ha travolto la vita, scombussolando la mia quiete. Ho trentacinque anni, un marito (con il quale sono sposata da cinque) e lavoro da dieci anni in uno studio commercialista. Siamo sempre stati i soliti quattro gatti, il lavoro però con il tempo è aumentato e quindi a settembre abbiamo deciso di prendere un’altra persona. Ma chi avrebbe mai immaginato che avremmo assunto un ragazzo di trent’anni, biondo, occhi azzurri e per di più mezzo francese e mezzo napoletano? Ignara di chi cavolo avesse assoldato la mia collega, un bel lunedì me lo sono ritrovata davanti alla porta dello studio che si presenta e mi dice “Sono quello nuovo”. What? Inoltre, essendo la più giovane dello studio, il signorino in questione è stato affidato proprio a me! Capisci? Sedia a sedia, cuore a cuore. C’è voluta mezz’ora o poco meno per far scattare la scintilla tra noi. Al suo secondo “Bien sure” lo guardavo già con occhi da pesce lesso. Lui si è giustificato dicendo: “Scusami se alle volte parlo in francese, ma fino a dieci anni ho vissuto con mia madre in Francia, poi ci siamo trasferiti a Napoli, la città natale di mio padre”. Mi manca l’aria solo ripensandoci. Il nostro carissimo signorino franco-napoletano mi ha fatta sentire una ragazza alle prime armi, come quando incontri il tipo bello e impossibile. Il problema è che sotto l’involucro accattivante da Mon Chéri, c’è anche un contenuto altrettanto interessante. Abbiamo scoperto passioni in comune come il teatro e il cinema, e soprattutto il mio amore smisurato per la Francia e Parigi. Non me ne sono resa neanche conto, ma nel giro di un mese abbiamo cominciato a flirtare davanti a tutti, come se non avessi un anello al dito. All’inizio condividevamo solo pause pranzo, poi sono arrivati gli aperitivi post lavoro. In tutto questo mio marito era lì, preso dalle sue arringhe in tribunale, ignaro che il mio vestirmi bene e truccarmi ogni giorno, non era solo per me ma perché avevo qualcuno che ogni giorno mi dicesse “Oggi sei il sole”, “Buongiorno splendore” e via dicendo… La situazione diciamo che era sotto controllo però. Più di tanto nessun contatto fisico, se non qualche bacio sulla guancia per salutarsi. Certo, lui non mi ha mai chiesto del mio matrimonio e io avrò citato mio marito si e no un paio di volte. Come se conducessi due vite separate: a lavoro donna single in carriera, la sera e il weekend moglie amorevole. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta settimana scorsa, quando un nostro collega ha festeggiato i suoi quarant’anni e ci ha portato tutti a cena. Seduti vicino come sempre, abbiamo riso e scherzato tutta la sera. Come al solito, direi. Io però ho bevuto qualche bicchiere di troppo, lui si è offerto gentilmente di accompagnarmi e quando siamo saliti in macchina ha provato a baciarmi! Io lì per lì ho avuto la prontezza di allontanarmi. Lui ne ha approfittato per dichiararsi, dicendo che sono una donna speciale e che sarebbe voluto essere al posto di mio marito. E io? Morta. Come se qualcuno mi avesse versato un secchio d’acqua gelida in testa. Gli ho solo risposto:“Ti prego accompagnami a casa”. Da allora sono divisa in due, perché ahimé non mi è indifferente, anzi… Ma sono innamorata di lui? Non lo so, come faccio a capirlo? E se fosse solo una sbandata? Sono sposata cavolo, posso buttare all’aria un matrimonio di cinque anni per uno che conosco da sei mesi?
Help. Ho fatto indigestione di Mon Chéri.
Alla nostra carissima lettrice, ha risposto Nina, protagonista di "Che fine ha fatto Caterina?" di Mila Orlando. Chi meglio di lei potrebbe aiutarla per un'indigestione di Mon Cheri?
Cara Mon Chéri,
permetti che ti chiami così? Mi chiamava così il mio dispotico capo francese e ogni tanto ne sento nostalgia.
Negli ultimi tempi sono più brava a indagare su persone scomparse e, in amore, sono stata un completo disastro, ma proprio in virtù di questo posso capirti. Solo chi ha sperimentato sulla propria pelle alcuni errori può capire il cuore diviso in due di un’altra persona.
Anche io, come te, mi sentivo perennemente divisa tra due cose, per me erano il passato e il presente, per te sono un marito poco attento e un bel giovane rampante, ma il fatto non cambia. Quando ci sentiamo così nessuno ci dice che in realtà perdiamo noi stesse.
Il tuo nuovo collega ti ha costretta a guardarti allo specchio e a prendere dei provvedimenti verso te stessa. Tuo marito non ti guarda più come una volta e appena qualcun altro ha acceso i riflettori su di te hai ripreso a sentirti sexy, a vestirti bene, a ridere con più spensieratezza.
Ora, io non posso dirti se sei veramente innamorata del tuo nuovo collega o lo sei ancora di tuo marito, ma posso suggerirti una cosa: prima di scegliere tra i due, guardati allo specchio e fatti una bella dichiarazione d’amore. Non possiamo amare qualcuno se prima non amiamo noi stesse.
Quando l’ho fatto ho capito che anche io ero causa dei miei problemi d’amore, perché se si è in due nell’amore, si è in due sempre, anche nei problemi.
Partendo da te potrai capire se il tuo collega ti attrae solo perché ti fa gli occhi dolci e quella erre francese dovrebbe essere messa al bando. Oppure perché anche tu ti sei adagiata e sei diventata spettatrice del tuo matrimonio.
Sai, mia nonna dice sempre che l’amore si misura dai piccoli gesti, come preparare un piatto di pasta o chiedere semplicemente “hai mangiato, oggi?”.
Tu a chi lo chiederesti?
Mi auguro con tutto il cuore che tu possa trovare la tua strada, pensando soprattutto a te stessa.
Un abbraccio,