Tra le note, i ricordi
“La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.”
Ogni volta che leggo questa frase di Nick Hornby un brivido mi porta lontano, molto lontano da dove mi trovo in quell’esatto momento.
La me stessa di ora, con il suo bagaglio di errori e di piccola maturità spesso acquisita a caro prezzo (e nemmeno in modo troppo efficace, se vogliamo) non esiste più e ritorna, come una vecchia amica, quella di un tempo. La me stessa rubata dal fotogramma racchiuso in ogni canzone, in ogni brano che mi è entrato dentro e ha scavato un solco speciale nella mia anima.
Fateci caso: una nota, un ritornello, una frase… quella frase, quella che esiste in ogni canzone e che è la catarsi, il punto massimo in cui quel piccolo brano apparentemente innocente compie la sua magia: ci entra dentro per non uscirne mai più.
Sono le note dall’autoradio in un mattino bianco di ghiaccio, andando a scuola. Sono le parole dei cantautori, quel Niente ha più realtà del sogno che mi ha insegnato Roberto Vecchioni. È quel bisogno di poesia, di bellezza, di struggimento, che ti porta lontano sulle note di un semplice motivo. Come quando i Beatles ti ricordano che sì, Arriva il sole, e il ghiaccio si scioglie piano piano, anche se l’inverno è stato lungo e freddo, e di colpo tu sei a Londra negli anni sessanta, o in qualunque luogo e tempo dove non hai vissuto: sei lì, e di colpo sulla pelle puoi sentire l’odore e il sapore di questi ricordi non tuoi.
Non importa chi sei, o dove sei: è un canto che sa di libertà, di voglia di amare, di forza. È un canto di ribellione quando stai crescendo e ti sembra che quelle parole arrivino direttamente dal profondo del tuo cuore, che parlino di te. È l’unica compagna quando non sai chi sei, chi vorresti essere, né dove andare. E, in una mattina qualunque, quando indietro hai già un po’ di strada, forse nemmeno troppa ma abbastanza da chiederti dove sia finita tutta quella che hai già percorso e come sia possibile che se ne sia già andata, diventa la tua personale macchina del tempo. Prego, accomodati. Il biglietto è gratis, e basta poco per riavere quel preciso giorno, quell’abbraccio, quel sorriso perduto.
Quell’unica, perfetta certezza. Loro, forse, si sono dissolti. Ma la musica è ancora qui, come un vecchio amico, pronta a cantarli al tuo cuore.
Insieme a quella nostalgia e a quella speranza.
Di colpo sorrido, piena di vita. Dimentico le ansie, le paure, i mille dubbi che compongono la giornata di ognuno di noi, come uno strano puzzle a volte troppo difficile da rimettere insieme. Ha proprio ragione, il vecchio Nick.
Ed è anche un po’ come diceva Freddie: sì, proprio lui.
Tocca le mie lacrime con le tue labbra,
Tocca il mio mondo con la punta delle tue dita
E potremo avere per sempre, E potremo amare per sempre
L’eternità è il nostro presente.